L’ala ex Lavelanet e Narbonne, ora 64enne, ha segnato con la maglia della Francia (25 presenze), 5 mete e una a partita durante il Torneo del 1983. Ricordi.
Per te il 1983 è stato l’anno più ricco per il rugby…
Sì perché prima di tutto è stato il mio primo Torneo. C’era anche un grandissimo capitano che si chiamava Jean-Pierre Rives. Segna cinque mete nel Torneo, una meta per partita, di cui due contro la Scozia. Vinciamo a Twickenham. Sono stato incoronato miglior ala del mondo e terzo giocatore al mondo in tutte le posizioni. E ho vinto la scarpa d’argento (NdR: attuale Oscar Midi-Olympique).
Avevi tre soprannomi: TGV, Flint e La Pointe. Cominciamo con Flint, perché Flint?
È stato quando giocavo al Lavelanet. Era il nome di una combinazione, era il centro che dava dentro perché ogni tanto c’erano terze linee che facevano un po’ male.
E la mancia?
Ho sempre detto che era lo scatto di velocità, ma in realtà non è così. Proviene da una signora che era una sostenitrice di Lavelanet. Era un giorno di partita in cui pioveva, nevicava. E la donna gridava “ma si muovono sì! Guardalo, quell’esterno laggiù, non si muove, sembra uno spuntone. (ride)
E il TGV dato da Roger Couderc, per la velocità?
Sì, era il nuovo treno inaugurato nel 1981.
A proposito di velocità, qual è stata la tua risorsa principale, il tuo record?
Ero stato campione dell’Accademia in dieci secondi e sei decimi sui 100 metri sulla pista Egassiarial di Narbonne.
Nel 1983, con una fila di tre quarti dove c’erano Codorniou, Sella e Blanco, eri servito su un piatto…
Oh sì… Con Codorniou avevamo affinità con i club. A volte mi dava dei lasciapassare quando non poteva vedermi. E poi Blanco, il colpo definitivo. Un pallone marcio, era un pallone di prova con lui.
Il tuo allenatore nella squadra francese era un certo Jacques Fouroux…
Non è stato solo un formatore e un selezionatore, ma ci ha dato motivazione. Stava parlando con ogni giocatore. Prediligeva nell’etica di Spinoza il conatus. Faceva sentire tutti il meglio di sé. Da 1 a 15 ha avuto una motivazione positiva. Amava le persone. Mozart diceva: “Per fare buona musica, devi mettere note che si amano. Fouroux potrebbe non essere stata la migliore squadra sulla carta, ma è stato il migliore in campo. Fouroux non aveva creato una squadra di rugby, aveva creato una famiglia.
Chi è stato il miglior giocatore con cui hai giocato?
Didier Codorniou aveva il numero 12 ma nel mio cuore era il numero 1. Abbiamo avuto un attacco straordinario a Narbonne con Sangalli, Codorniou, Pariès. Poi tutti i tornei che ho fatto con Sella e Blanco. Posso citare anche Cambérabéro o Lescarboura che era un grandissimo giocatore di palla anche se spesso parlavamo del suo calcio.
Chi era l’avversario che temevi di più?
Avevo paura di tutte le ali. Ed è stata una grande forza rispettare tutti gli avversari. E in termini di squadre, c’erano grandi sfide: Tolone, Nizza, Béziers, Stade Toulousain, Agen. E poi a livello internazionale, ovviamente gli All Blacks. L’unica cosa di cui avevo paura e di cui avevamo paura era l’arbitro (ride). Ricordo che nel 1984 andammo in Scozia per fare il Grande Slam, incontrammo il gallese Mr. Jones (Ndr: Winston di nome). Ha appena fischiato per tutta la partita. Siamo tornati negli spogliatoi, non abbiamo bagnato la maglia. Per tutto il tempo fischiava, fischiava…
Il tuo peggior ricordo?
È quando lascio cadere la palla nell’area di meta nel 1985 a Twickenham. Vengo su un lato aperto, lato sinistro prendi palla con Sella. Ero nell’area di meta. Volevo appiattirmi al centro dei pali per facilitare la trasformazione. Il mediano di mischia Harding ha colpito la palla con un pugno e io non ho segnato.
Ti è mai capitato che la gente confonda Patrick Estève con Alain Estève?
Non che siamo confusi. Ma in Romania, un membro della Federazione Rumena è venuto a trovarmi al banchetto post partita e mi ha detto: “Conoscevo bene tuo padre”. Gli ho detto che era una controparte.
Il tuo stadio preferito?
All’estero, tutti gli stadi del torneo ma anche Auckland. Quando hanno rifatto lo stadio, hanno cambiato i pali e Franck Mesnel li ha comprati e ha fatto tante piccole sculture. E ne possiedo uno. E poi in Francia, lo stadio dove ho iniziato a Lavelanet, lo stadio Paul Bergère e lo stadio Egassiarial a Narbonne…
Un attaccante a cui eri più vicino?
A Lavelanet, Roger Marquis e André Lannes con cui sono andato a caccia di Izard. E a Narbonne, Guy Colomine, Yves Malquié e ovviamente Francis Dejean.
E detieni ancora il record della prova più lunga (105 metri)…
Sì, ma mi dispiace non avere il nastro. Era un quarto di finale di Du Manoir nel 1984, Narbonne – Brive. Il ragazzo sbaglia il rigore, è Mathias che prende la palla, non sa cosa fare dà Codorniou e Codorniou mi dà a me. E dall’area di meta sono andato a segnare nell’altra area di meta.
Inghilterra – Francia 1983
Twickenham. La Francia batte l’Inghilterra 19-15 (3-9). Arbitro: Mr Burnett
Vincitori: 3 E Estève (49), Paparemborde (54), Sella (62). 1 P Camberabero (10). 2T Bianco.
Sconfitto: 4 P Lepre (11, 17, 73, 82). Cusworth 1D (40).
FRANCIA: Bianco; Sella, Belascain, Codorniou, Estève (o) Camberabero, (m) Martinez; Rodríguez, Joinel, Rives; Orso, Preservativo; Paparemborde, Dintrans, Dospital.